Morrison era «uno dei nostri». Era proprietario e comandante del Capricorno, un brigantino mercantile, e si sapeva che faceva con esso buoni affari, tranne per l’inconveniente che era dotato di eccessivo altruismo. Era l’amico amatissimo di un gran numero di villaggi abbandonati da Dio, nascosti in anfratti oscuri e baie dimenticate, dove trafficava raccogliendo «i prodotti». Spesso navigava attraverso canali terribilmente pericolosi per raggiungere un settlement miserabile, e non vi trovava che una popolazione molto affamata che chiedeva a gran voce del riso, e che, tutta assieme, non avrebbe potuto offrire abbastanza «prodotti» da riempire la valigia di Morrison. Tuttavia, fra la gioia generale, egli sbarcava ugualmente il riso, spiegava alla gente che si trattava di un anticipo e che ora erano in debito verso di lui; predicava loro l’energia e la laboriosità, e prendeva accuratamente nota nel suo taccuino che portava sempre con sé; e questa era la fine e conclusione di tutta la faccenda. Non so se anche Morrison la pensasse così, ma gli indigeni non avevano assolutamente nessun dubbio al riguardo. Non appena un villaggio della costa scorgeva in distanza il brigantino, cominciava a battere tutti i suoi gong e a spiegare tutte le sue bandierine, tutte le ragazze si mettevano fiori nei capelli, e la folla si schierava sulla riva del fiume, mentre Morrison aveva una faccia lustra e raggiante nel contemplare tutta questa agitazione attraverso il suo monocolo, e il suo aspetto era quello di un uomo intensamente lusingato. Era alto, con mascelle strette e lunghe, sempre ben rasato, e aveva l’aspetto di un avvocato che avesse gettato la parrucca alle ortiche.

Noi solevamo deplorare la cosa con lui:

«Non rivedrete mai nulla dei vostri anticipi, se continuate così, Morrison».

Lui faceva un’espressione di uno che la sa lunga.

«Tuttavia, un giorno o l’altro, li spremerò io a dovere, niente paura! E, a proposito», tirando fuori il suo inseparabile taccuino, «c’è quel villaggio Tal dei Tali. Se la passano abbastanza bene, ora; per cominciare, sarà bene che sprema quelli là».

E inseriva una feroce annotazione nel suo taccuino:

Promemoria: Spremere il villaggio Tal dei Tali alla prima visita”.

Poi si rimetteva in tasca la matita e chiudeva il taccuino con l’elastico, con un gesto deciso e inflessibile; ma la spremitura non la cominciava mai. Alcuni brontolavano contro di lui. Guastava la piazza. Bene: forse, fino ad un certo punto; non molto. La maggior parte dei luoghi con cui egli aveva rapporto erano ignoti, non soltanto alla geografia, ma anche alla speciale scienza dei mercanti, che viene trasmessa oralmente, senza ostentazione, e costituisce il patrimonio di una misteriosa conoscenza locale. Si mormorava altresì che Morrison avesse una moglie, immancabilmente, in ciascuno di quei luoghi, ma la maggior parte di noi respingeva queste insinuazioni con indignazione. Era un uomo di spirito veramente umanitario, e ascetico piuttosto che no.

Quando Heyst lo incontrò a Delli, Morrison se ne andava via col monocolo gettato dietro una spalla, il capo basso, e l’aspetto disperato di quei vagabondi incalliti che vediamo per le nostre strade, quando vanno faticosamente a piedi da un ospizio all’altro. Sentendosi chiamare dall’altra parte della strada, levò il capo a guardare con un’espressione brusca e turbata. Era veramente nei guai. Era arrivato a Delli la settimana prima, e le autorità portoghesi, con la scusa di una qualche irregolarità che ci sarebbe stata nelle sue carte, avevano inflitto a lui una multa, e avevano trattenuto come garanzia il suo brigantino.

Morrison non aveva mai alla mano del denaro contante. Col suo metodo di commercio, sarebbe stato assai strano se ciò fosse accaduto; e tutti quei crediti che aveva registrati nel taccuino non sarebbero bastati nemmeno a farcisi prestare sopra un milrei, per non parlare di uno scellino. I funzionari portoghesi gli avevano detto di non preoccuparsi. Gli avevano concesso una settimana di respiro, dopo di che era loro intenzione vendere all’asta il brigantino. Questo significava, per Morrison, la rovina; e quando Heyst lo chiamò per nome dall’altra parte della strada, col suo solito tono di voce da gran signore, la settimana era quasi passata.

Heyst attraversò la strada e disse, con un leggero inchino, e con l’atteggiamento di un principe che rivolgesse la parola ad un altro principe in un incontro privato:

«Che piacere inatteso! Avreste nulla in contrario a bere qualcosa con me da quell’infame vinattiere laggiù? Il sole è davvero troppo forte per mettersi a parlare per la via».