Per quella festa, sceglieva le stoffe più ruvide, i cuoi più pesanti e si vestiva come un contadino. Più diventava pesante, più essa l’ammirava. Ella stessa gli allacciava la cintura, gli calzava gli stivali.

«Questi stivali mi danno noia.» «Ecco gli altri.»

«Cercami un cordone per la lampada di soccorso.»

Essa lo guardava. Essa cercava, in sé per sé, l’ultimo difetto dell’armatura: tutto andava bene. «Sei molto bello.»

Lo scorse che si pettinava con cura. «È per le stelle?» «È per non sen-tirmi vecchio.» «Sono gelosa.»

Egli rise ancora, e la baciò, e la strinse contro i suoi abiti pesanti. Poi la sollevò a braccia tese, come si solleva una bimba, e, sempre ridendo, la rimise a letto:

«Dormi!»

E, chiudendosi la porta alle spalle, fece nella strada, in mezzo all’ignoto popolo notturno, il primo passo della sua conquista.

Essa rimaneva sola. Guardava, triste, quei fiori, quei libri, quella dolcezza, che non erano, per lui, che il fondo d’un mare.

37

XI

Rivière lo riceve.

«Lei ha voluto scherzare l’ultima volta. Ha fatto dietro-front benché gli annunci meteorologici fossero buoni: lei poteva passare benissimo. Ha avuto paura?»

Il pilota sorpreso tace. Sfrega lentamente, una contro l’altra, le mani; poi, rialza la testa, e guarda Rivière bene in faccia.

«Sì.»

Rivière, in fondo a se stesso, ha pietà di quel ragazzo così coraggioso che ha avuto paura. Il pilota tenta di scusarsi.

«Non vedevo più nulla… Certo… più lontano… forse… la radio diceva…

Ma la lampada di bordo stava per spegnersi e io non vedevo più le mie mani. Ho voluto accendere la lampada di posizione per vedere almeno l’a-la: non ho visto nulla. Mi sentivo come dentro un gran buco dal fondo del quale era difficile risalire. Allora il motore ha cominciato a vibrare.»

«No.»

«No?»

«No. Lo abbiamo esaminato dopo. È perfetto. Ma quando si ha paura si crede sempre che il motore vibri.»

«Chi non avrebbe avuto paura? Le montagne mi dominavano. Quando ho voluto prender quota, ho incontrato dei fortissimi risucchi. Lei sa, i risucchi, quando non si vede nulla… Invece di salire sono disceso di cinquecento metri. Non vedevo più neanche il giroscopio, neanche i manometri.

Mi pareva che il regime del motore scendesse, che il motore scaldasse, che la pressione dell’olio cedesse… E tutto questo nell’ombra, come una malattia. Sono stato molto contento di rivedere una città illuminata.»

«Lei ha troppa immaginazione. Vada.»

E il pilota esce.