L’ispettore Robineau utilizzerà proficuamen-te la sua competenza stimolando lo zelo del personale”. Per cui, ormai egli si gettava sugli errori umani, come sul suo pane quotidiano: sul meccanico che beveva, sul caposquadra che faceva le notti bianche, sul pilota che rimbalzava all’atterraggio.
15
Rivière diceva di lui: «Non è molto intelligente, per cui rende grandi servigi». Un regolamento stabilito da Rivière, era per Rivière conoscenza degli uomini; ma per Robineau non esisteva più che una conoscenza del regolamento.
«Robineau, per tutte le partenze ritardate» gli aveva detto un giorno Ri-vière «lei deve sopprimere il premio d’esattezza.»
«Anche nei casi di forza maggiore? Anche per la nebbia?»
«Anche per la nebbia.»
E Robineau provava una certa fierezza pel fatto d’avere un capo così forte che non temeva d’essere ingiusto. Anch’egli, Robineau, poteva trarre una certa importanza da un potere tanto offensivo.
«Lei ha dato il segnale di partenza alle sei e quindici» ripeteva più tardi ai capi d’aeroporto «quindi non possiamo pagarle il premio.»
«Ma, signor Robineau, alle cinque e mezzo non ci si vedeva a dieci metri di distanza.»
«È il regolamento.»
«Ma, signor Robineau, noi non possiamo mica spazzare la nebbia.»
E Robineau si trincerava nel suo mistero. Tra tutta quella gente, egli so-lo comprendeva come, castigando gli uomini, si potesse migliorare il tempo.
«Non pensa nulla» diceva di lui Rivière «e questo gli evita di pensar er-roneamente.»
Se un pilota rompeva l’apparecchio, perdeva il premio stabilito per chi, costretto ad atterrare fuori campo, non rompe.
«Ma quando la panna ha luogo su un bosco?» s’era informato Robineau.
«È lo stesso.»
E Robineau non se lo faceva ripetere.
«Mi dispiace» diceva più tardi ai piloti, con una certa ebbrezza «mi dispiace infinitamente, ma doveva restare in panna altrove.»
«Ma, signor Robineau, non si può mica scegliere!»
16
«È il regolamento.»
“Il regolamento” pensava Rivière “è simile ai riti d’una religione, che sembrano assurdi ma plasmano gli uomini.” A Rivière non importava nulla d’apparire giusto o ingiusto. Può darsi che queste parole non avessero neanche un senso per lui. I piccoli borghesi delle città di provincia giran la sera intorno al chiosco della banda e Rivière pensava: “Giusto o ingiusto, nei loro riguardi non ha nessun senso: essi non esistono”. L’uomo era per lui una cera vergine che bisognava plasmare. Bisognava dare un’anima a quella materia, darle una volontà. Egli non pensava di rendere schiavi gli uomini, con la sua durezza, ma di lasciarli fuori di se stessi. Se puniva così qualsiasi ritardo, commetteva un atto d’ingiustizia, ma tendeva la volontà d’ogni scalo verso la partenza; egli creava questa volontà. Non permettendo agli uomini di gioire del tempo chiuso come d’un invito al riposo, li tendeva ansiosi nell’attesa che il tempo schiarisse; e l’attesa umiliava segreta-mente anche il più oscuro uomo di manovra. Cosicché tutti tendevano ad approfittare del primo difetto dell’armatura: «Sbocco al Nord, decollate».
Grazie a Rivière, su quindicimila chilometri, il culto del corriere veniva prima di qualunque altra cosa.
Rivière diceva qualche volta:
«Quegli uomini sono felici, perché amano quello che fanno, e lo amano perché io sono duro.»
Egli faceva forse soffrire, ma procurava agli uomini anche qualche forte gioia. “Bisogna spingerli” pensava “spingerli verso quella vita forte che porta con sé sofferenze e gioie, ma che, sola, conta qualche cosa.”
La carrozza entrava in città; Rivière si fece condurre agli uffici della Compagnia. Robineau, rimasto solo con Pellerin, lo guardò e aprì le labbra per parlare.
17
V
Ora, quella sera Robineau era stanco. Aveva scoperto, in faccia a Pellerin vittorioso, che la sua vita era grigia; e, soprattutto, aveva scoperto come egli, nonostante il titolo d’ispettore e la sua autorità, valesse meno di quell’uomo rotto dalla stanchezza, rannicchiato nell’angolo della vettura, con gli occhi chiusi e le mani nere d’olio. Per la prima volta, Robineau ammirava. E aveva bisogno di dirlo. Aveva soprattutto bisogno di guadagnarsi un’amicizia. Era stanco del suo viaggio e degli scacchi patiti durante il giorno; forse si sentiva anche un po’ ridicolo Quella sera, verificando i depositi di benzina, si era confuso nei calcoli, e l’agente stesso ch’egli con-tava di trovare in errore, impietosito, li aveva finiti per lui.
1 comment